E' passato un anno anche per me.
Un anno fa ho scritto un post sull'"attentato" di Brindisi in cui morì tragicamente Melissa, la sfortunata studentessa della scuola Morvillo-Falcone, è passato un anno esatto.
Nel frattempo mi sono divertita, arrabbiata e commossa, mi sono compiaciuta e mi sono auto schifata.
Ciò che più m'importa è di aver trovato una via e degli amici e ispiratori con cui percorrerla.
Il blog, questo blog, è uno stimolo e una continua scoperta tra le millemila bestemmie che tiro mentre lo sistemo, mentre scrivo e posto e mentre cerco la motivazione per continuare.
Non è passato un anno esatto, purtroppo è passato più temoi, infatti l'anniversario era lo scorso 16 maggio, Purtroppo non solo avevo dimenticato la data, ma numerosi imprevisti impegni e nuove conoscenze nel
mondo reale (il quale per me è un po' come blogger) mi tengono lontana e mi "distraggono", ma mi arricchiscono e quindi non posso farne a meno, pur ritenendoli importanti tanto quanto il mio blog.
Ho recentemente incontrato un gruppo di artisti in vacanza nel Salento, un gruppo di persone in grado di darmi tanto, non posso farne a meno.
Come non riesco a non avvilirmi quando manco troppo nel mio micro mondo elettronico.
Torno a breve con recensioni e minchiate varie. Intanto...
Buon compleanno Stronza!
Buon compleanno Stronzi... ;)
Un, due, tre, stronza
Obroblog della stronza Jenny, che ama cucinare ed odia lavare i piatti. Ma la cucina c'entra, per lo più, come luogo di scrittura
benvenuti a casa della stronza
Questa è la casa della Stronza Jenny, una dimora in cui vigono regole tutte strane e che potreste non accettare, ma a me che me ne fotte?
giovedì 23 maggio 2013
Buon Blog-anniversario a Me!
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5/23/2013 02:27:00 PM
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domenica 31 marzo 2013
Amen, presenza di Dio
Così è.
Fiat vuluntas tua, non è un augurio, ma una constatazione.
Ogni cosa che riguarda Dio è ora e sempre, non può essere futuro, perché si sta già compiendo.
Dentro ai gesti il significato, il dolore come mezzo, come viatico e non come fine.
Fiat vuluntas tua, non è un augurio, ma una constatazione.
Ogni cosa che riguarda Dio è ora e sempre, non può essere futuro, perché si sta già compiendo.
Dentro ai gesti il significato, il dolore come mezzo, come viatico e non come fine.
I can feel the presence of GodOccupying my intentionsIn my soul, within my thoughtsAnd in ways too dreary to mentionThese thoughts torment meThey mould and shape meThere's a man that I should be,Or someone I could beNothing can break meNothing that I seeYou can't shake me,You can't take me, so set me free.I can feel the presence of GodIn need of my attentionIn this room and in your wordsIn too many ways to mentionThese thoughts torment meThey mould and shape meThere's a man that I should be,Or someone I could beNothing can break meNothing that I seeYou can't shake me,You can't take me, so set me free.I can feel the presence of loveHolding my attentionShe torments meCreates and shapes meThere's a man that I should beOr someone I could beNothing can break meNothing that I seeYou can't shake me,You can't take me, so set me free.
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3/31/2013 06:00:00 PM
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il lungo giorno
Voglio condividerlo con te,
anima beffarda e profonda,
come profondi sono i tuoi pensieri,
da sembrare specchio d'acqua in cui annegare,
getto il sasso e sguardo basso
aspetto
l'aspetto delle onde
BUONA PASQUA
l'incresparsi della pelle e la schiena che si drizza
è una risposta.
I was walking home alone late the other night
I couldn't see a single star in the skyOh, they must be too highShadows dance around me in the darkOh, don't stop.Chorus:This could be the longest dayAnd the night has yet to come,This must be the door to takeThere's nowhere left to run.This could be the longest dayAnd the night has yet to come,This must be the door to takeI've nowhere left to run.It was eleven years to change what had been lostOne single shot was firedAt what a cost?!!O-oh, at what a cost.Chorus:This could be the longest dayAnd the night has yet to come,This must be the door to takeThere's nowhere left to run.This could be the longest dayAnd the night has yet to come,This must be the door to takeI've nowhere left to run.I wanna run, I better run now, runAs far as I can.[Instrumental break]Chorus:This could be the longest dayAnd the night has yet to come,This must be the door to takeThere's nowhere left to run.This could be the longest dayAnd the night has yet to come,This must be the door to takeI've nowhere left to run.I wanna run, I better run now, runAs far as I can.
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3/31/2013 12:00:00 PM
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Addio al Califfo
Ora finalmente ti rinfrescherai, bevendo vodka ed acqua tonica
Addio a Franco Califano, il Maestro, il Califfo, artista completo e controverso, anzi controsenso....
Diventai grande
in un tempo piccolo
Mi buttai dal letto per sentirmi libero
Mi truccai il viso come un pagliaccio
E bevvi vodka con tanto ghiaccio
Scesi nella strada mi mischiai nel traffico
Rotolai in salita come fossi magico
E toccai la terra rimanendo in bilico
Mi feci albero per oscillare
Trasformai lo sguardo per mirare altrove
E provai a sbagliare per sentirmi errore
Dipinsi l'anima su tela anonima
E mescolai la vodka con acqua tonica
E pranzai tardi all'ora della cena
E mi rivolsi al libro come una persona
Guardai le tele con aria ironica
E mi giocai i ricordi provando il rischio
Poi di rinascere sotto le stelle
Dimenticai di colpo un passato folle
In un tempo piccolo
Ingannai il dolore con del vino rosso
E multai il mio cuore per qualunque eccesso
Mi addormentai con un vecchi disco
Raccontai una vita che non riferisco
Raccolsi il mondo in un pasto misto
Dipinsi l'anima su tela anonima
E mescolai la vodka con acqua tonica
E pranzai tardi all'ora della cena
E mi rivolsi al libro come una persona
Guardai le tele con aria ironica
E mi giocai i ricordi provando il rischio
Poi di rinascere sotto le stelle
Dimenticai di colpo un passato folle
In un tempo piccolo
E mi giocai i ricordi provando il rischio
Poi di rinascere sotto le stelle
Dimenticai di colpo un passato folle
In un tempo piccolo
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3/31/2013 03:43:00 AM
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sabato 30 marzo 2013
Vengo anch'io? No, tu no!
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3/30/2013 12:00:00 PM
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Sinister, un film mancino che promette il seguito
ATTENZIONE SPOILER
Sinister, un film mancino
USA 2012, 110 min, horror, thriller, Regia Scott Derrickson, Sceneggiatura Scott Derrickson, C. Robert Cargill, Produttore Jason Blum, Brian Kavanaugh-Jones, Produttore esecutivo Scott Derrickson, Charles Layton, Fotografia Christopher Norr, Montaggio Frédéric Thoraval, Musiche Christopher Young, Scenografia David Brisbin, Costumi Abby O'Sullivan, Trucco Lauzanne Nel, Dawn Tunnell
Trama
Starring: Ethan Hawke,Juliet Rylance, Fred Dalton Thompson, James Ransone, Michael Hall D'Addario, Clare Foley,Nick King, Vincent D'Onofrio
Trama
Ellison Oswalt, uno scrittore che prende spunto da fatti di cronaca nera ha al suo attivo un solo successo ma di libri ne ha scritti altri, a dieci anni dal libro Kentucky Blood è ormai svuotato.
si trasferisce a King County, Pennsylvania, alla ricerca di nuova linfa artistica e si porta appresso tutta la famiglia nella casa dove solo un anno prima è avvenuto il terribile eccidio per impiccagione di quattro membri della famiglia Stevenson e la scomparsa della figlia più piccola.
Cosa è successo veramente?
Il film come lo ha visto la Stronza
Alcuni lo hanno definito ridicolo, altri terrorizzante. Sinister è un film che dichiara le intenzioni con il nome e non ha lasciato indifferente nessuno, ma com'è secondo la Stronza? L’approccio è stato circospetto, merito delle recensioni lette da blog altrui e anche dal fascino dell'occulto e non mi è dispiaciuto, l’inizio con i 4 mongoli suicidi è stato molto interessante, CATAPULTA lo spettatore in quello che dovrebbe essere il clima horror retro' della pellicola, un espediente che in parte funziona, crea atmosfera, ma essendo già vista smorza la tensione e sa di avviso di chiamata.
La regia non è affatto male ed utilizza i classici di piani, movimenti di camera ad allargare o stringere ed i campi per suggestionare lo spettatore, anche a mezzo inclinando e pedinando con la steadicam il protagonista, bello il crain a seguire - movimento della camera posizionata su un braccio che segue, alza e abbassa il punto d'osservazione -, che lo accompagna in casa e la fotografia è molto buona e rende l'idea di un clima fresco, da brivido, la scenografia funziona ma non è nulla di nuovo, muri, composizione delle scene e colori sono tutti classici tendenti ad accomodare e a rassicurare l'occhio di chi guarda.
Se Scott Derrickson si conferma ferrato nella regia e cita scene cult thriller e horror alla Shining, il sesto senso, The Others e The Ring/Yu.On e ci mette anche una bella intuizione mettendo nella stessa scena due "tempi", i rallenty dei bambini inquietantini e il reale - di lui si possono apprezzare The exorcism of Emili Rose e Ultimatum alla terra - meno nella sceneggiatura, per cui divide la colpa con C. Robert Cargill (cercando in rete si scopre che è in realtà un attore e solo con Sinister si è dato alla scrittura), entrambi dimostrano scarso approfondimento dell'occultismo e della demonologia e un po' di faciloneria nella risoluzione della trama, in cui il personaggio del professore risulta pressoché inutile.
Il demone è chiaramente un riferimento all'uomo nero/boogimen, non ha volto, sembra un incrocio tra il Corvo, Billy di Saw ed un qualsiasi cantante bleck metal senza stile.Nulla di
nuovo.
Anche l'escamotage dei filmati, delle immagini come porta e del sonno non sono nuovi e nelle idee richiama Alan Wake un videogioco di successo del recente passato.
Durante la visione la mente va anche alle fantastiche parodie del genere, come gli Scary movie e anche questo non sollecita la paura nello spettatore, anche se il film qualche sussulto lo regala, merito di artifici audio.
Il montaggio è la punta di diamante dell'opera, grazie a Frédéric Thoraval, lo stesso di From Paris with love e Taken, che verso l'ora e 6 minuti da il meglio, concatenando degli artifici di montaggio da videoclip sperimentale-musicale.
Un horror incompiuto, che cerca di creare una nuova simbologia inesistente sulle evocazioni, con personaggi poco sviluppati e una trama irrisolta, un protagonista insipido e inconcludente che non regge il peso della battaglia in solitaria, Ethan Hawke non è nella stessa forma in cui era in Onora il padre e la madre.
Intanto è stato annunciato un seguito di Sinister dalla Blumhouse, la stessa di Paranormal Activity, ed ha anche confermato Derrickson e Cargill, come ennesima macchina da soldi, che ha prodotto questo inesistente Bughuul per 3 milioni di dollarazzi, incassandone quasi cento.
Potevano mettere più cuore e meno affari...
Voto:
7- /10
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3/30/2013 02:04:00 AM
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giovedì 28 marzo 2013
Mi hanno dato del Liebster award: odio le catene! Amo i premi.
Odio con tutto il cuore le catene, in genere mi fanno perdere tempo e do ragione a Giuseppe de Il buio in sala in cui sottolinea la non necessità di catene per promuovere blog e blogger poco noti, e si ritiene l'unico stronzo del villaggio a non prenderne parte.
Beh, Giuseppe, saremmo in due, ma siccome sono eccentrica e narcisista non riesco a fare come hai giustamente fatto te, ed è per questo che ti premio e se vorrai risponderai alle mie domande.
In effetti le catene sono fastidiose, rubano tempo, un tempo che altrimenti impiegheremmo a leggere i blog, invece che promuoverli con suddette pratiche sado-masochistiche.
Ok, vi sembrerò folle a continuare con il premio, ma non posso non nascondere tutta la mia felicità quando, rientrata da Londra, mi sono vista nominata per un premio che ha un che di tedesco (come me) e premia gli emergenti. Intanto ringrazio chi mi ha ritenuta degna - con leggerezza, con coscienza, impavidi o per punizione, o altre motivazioni - e così facendo mi ha consegnata ai Liebster Award.
Sono ben TRE (QUATTRO al 1 aprile) e sinceramente non so se ne merito uno, ma di chi me li ha assegnati mi fido, per meglio dire di essi ho profonda stima - varie motivazioni, come accordo sui gusti o scambi di opinioni interessanti -, non se ricambino la stima o vogliano affliggermi con la catena... hehe, scherzo! Qualcuno mi ha chiesto scusa in anticipo... chissà perché! (domande retoriche del cazzo)
Babol , Maste e Nico Donvito e Persogiàdisuo intanto GRAZIE! Anche se un po' vi odio ;)
mercoledì 20 marzo 2013
Detective Dee, lo Sherlock cinese?
ATTENZIONE SPOILER
Di renjie
Starring: Andy Lau, Carina Lau, Bingbing Li,Tony Leung, Ka Fai, Chao Deng, Jean-Michel Casanova
Trama
Il film come lo ha visto la Stronza
Un testo di filosofia politica che gioca leggiadramente con la fantasia, Il detective Dee e il mistero della fiamma fantasma, diretto dal Nicola Tesla dell'immaginario, l'hongkonghese Tsui Hark (nel senso che è il cineasta che ha trasformato in realtà il sogno dell'inventore serbo: impressionare lo schermo direttamente, e velocemente, con il pensiero).Me cojoni!
Un po’ esagerato? Forse no anche trattandosi di un film cinese, fatto alla maniera cinese, ma non una chincaglieria. Un calderone in cui elementi tradizionali e popolari, mescolati con fantasia, colore e una trama lucida e non semplicistica, diventano pop rimanendo riconoscibili e non confusionari.Merito di un particolare regista non più giovanissimo, ma che cresciuto con la celluloide è passato da prodotti mediocri ad altri dai contorni più autoriali e curati, costui è Tsui Hark di Hong Kong - lo stesso della saga di Once upon a time con Jet Li - , classe 1950, arrivato all'età della ragione e delle riscoperte storiche, a seguito di una filmografia lunghissima.
Il film tratta di Dee, uno scaltro investigatore cinese del VII secolo d.C. mai esistito, esiliato in una Cina in preda a cambiamenti storici epocali che si avvia ad essere il Celeste Impero. L’elemento fantasioso con quello reale sono un vortice di calci e colpi micidiali. Questo è un film dalle sfaccettature interessanti: fonde in maniera gustosa l’involtino primavera di colori, storia e mito, friggendo con olio moderno e farcisce ingredienti asiatici, utilizza profumi europei chiamando in causa Sherlock Holmes l’inglese.
La fotografia utilizza colori caldi e sontuosi e raccontando una storia parallela a quella della trama di vendetta, le inquadrature e la costruzione delle scene ma anche le tradizionali zomatone, i costumi ed il trucco, è tutto costruito a puntino.
Non è per nulla L'ultimo imperatore di Bertolucci, ma Tsui mostra come è ancora possibile il bel cinema cinese dei Kappa e Spada nel 2010, decenni dopo La tigre e il dragone di Ang Lee e dopo Hero di Zhang Yimou, non solo con coreografie marziali ben realizzate e regia esperta, ma ha anche grazie al gusto del colossal americano e la computer grafica, quale vestito delle grandi occasioni, ma il budget di “solo 13 milioni di dollari”, una schiaffo morale a tutti gli Avatar in circolazione.
Ottimamente diretto il cast, fatto da superstar con gli occhi a mandorla quali Andy Lau nel ruolo del Detective del titolo – cant-attore ultra osannato in patria e protagonista de La foresta dei pugnali volanti, Infernal Affairs e The Warlord –e la bella Carina Lau, l’imperatrice Wu Zetian – meglio nota come l’attrice rapita dalla Triade (non è un film) e musa di Wong Kar Wai, come in 2046 (è un film) -, che contribuiscono a farne l'emblema della nuova Cina, in bilico tra passato e futuro.
Tsui Hark è un abile artigiano, ha fuso diversi elementi creando un prodotto riconoscibile e godibile, preludio di una nuova strada Cinese: conquistare il mondo. Scherzo. O forse no?
Questo film è comunque un buon prodotto d’arte. Vedere per credere.
Voto 8- - /10
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3/20/2013 04:46:00 PM
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domenica 17 marzo 2013
Unknown, preferivo non sapere
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starring: Liam Neeson, Diane Kruger, January Jones, Frank Langella, Aidan Quinn, Bruno Ganz, Sebastian Koch, Karl Markovics, Mido Hamada, Rainer Bock
Trama
Il professore Martin Harris è a Berlino per un congresso insieme alla giovane moglie. Dimentica una valigetta con dei documenti nei pressi dell'aeroporto e mentre è solo su un taxi viene coinvolto in un incidente. Salvato dal fiume, con l'aiuto della tassista riesce a sopravvivere ma finisce in coma per pochi giorni. Risvegliatosi non ricorda molto ed è confuso, sua moglie non lo ha cercato, non lo riconosce, confuso viene anche inseguito da dei killer. Gina, la tassista lo aiuterà a fare chiarezza nelle sua vita...
Il film come lo ha visto la Stronza
“non ho dimenticato tutto, mi ricordo come ammazzarti! Stronzo!”
Questa è la battuta emblema del film, no dice niente e così facendo ha detto tutto.
Per questa opera c'è stata una produzione esecutiva che ha richiesto degli sforzi non indifferenti, sprecata con una regia a tratti banale e che mai mette in risalto le bellezze e gli spazi berlinesi, fatta da inquadrature e movimenti di camera telefonati e scontanti, quasi tutti tra 4 indistinte mura (avrebbero potuto girare in casa propria, risparmiandosi un sacco di spese), anche se non un completo disastro, infatti il lungometraggio si salva sul filo di lana dalle parti più action, in cui la regia fa il salto di qualità.
Il problema è non farsi illusioni su Jaume Collet-Serra, ottimo regista in Orphan.
La trama inizia scontata (bagaglio andato perduto) con un pizzico d’irreale: come può Diane Kruger fare la tassista? Cosa ha impedito l'identificazione del soggetto in coma? Perché la moglie non lo ha cercato?
Fa presta il protagonista a realizzare di non essere Martin Harris, comunque superata la prima mezzora la trama si fa più interessante, ma mai convincente. Il personaggio incomprensibile è la moglie-assassina e la scena migliore, per quanto riguarda la trama, la sua morte.
Qualche messa a fuoco sbagliata e la colorazione fredda distaccano lo spettatore e la fotografia sembra indicare un pomeriggio infinito, tecnicamente la scena migliore è quella dell’incidente, e della caduta in acqua.
L'idea di base è la stessa di Total Recall, scambio d'identità e memoria da recuperare ed anche in questo caso, come per Colin Farrell, Leam Neson non è adatto al ruolo, non è un omaccione muscoloso e imperturbabile, ha invece una faccia sempre soffrente e l'altezza di 2 metri, più adatto al ruolo di scienziato che di spia spaccaculi.
La recitazione in questo film è al limite della decenza, ottimo Frank Langella.
Per il resto, un film senza sale.
Voto
6 - - /10
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3/17/2013 07:57:00 PM
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sabato 16 marzo 2013
Sulla strada? Du palle
ATTENZIONE SPOILER
On the Road, senza meta e senza gusto
USA, Regno Unito, Francia, 2012, 140 min, Drammatico, Regia Walter Salles, Soggetto Jack Kerouac, Sceneggiatura Jose Rivera, Produttore Rebecca Yeldham, Nathanael Karmitz, Charles Gillibert, Produttore esecutivo Francis Ford Coppola, Jerry Leider, Michael Zakin, Fotografia Eric Gautier, Montaggio François Gédigier, Musiche Gustavo Santaolalla, Scenografia Carlos Conti
Starring: Sam Riley, Garrett Hedlund, Kristen Stewart, Kirsten Dunst, Tom Sturridge, Viggo Mortensen, Amy Adams, Alice Braga, Steve Buscemi, Danny Morgan, Elisabeth Moss, Terrence Howard, Giselle Itié
Trama
Tratto da un libro autobiografico, sui brutti viaggi dell’autore.Il film come l’ha visto la Stronza
ho combattuto, non avrei voluto vederlo, poi mi sono buttata.
Neanche è iniziato che già mi ha rotto: 2 minuti di camminata, tutta di spalle, fatta con 2 e dico 2 inquadrature…
Va bene, andiamo avanti e testiamo la resistenza, la vedo dura, molto dura… sarà un problema del montatore, o di regia?
Via ad altri 2 minuti con i furesi (contadini sporchi e poco dignitosi) su un camion, cantando canzoncine country e poi flash back pippone.
In 20 minuti di film capisco del protagonista che è un drogato per osmosi, dalla sessualità incerta, depresso e scrittore mediocre fallito.
La regia sembra opera di un documentarista, non male ma è fuori contesto, così accresce la lentezza di un film che scorre come una Ferrari in provincia di Lecce: con le buche simili voragini, dove si va?
Cammeo e parti secondarie di grandi attori non aiutano a risollevare un film in picchiata, infatti a poco servono i talenti della Dunst, di Mortersen, Buscemi e Amy Adams sviliti da interpreti principali mediocri, dalla Stewart con le palpebre calanti, che ha per complice la trama, fuori tempo massimo per far scalpore e accompagnata da dialoghi incomprensibili ed insensati.
Tanta la noia che mi sono appisolata più volte e l’ho visto a rate.
Unico pregio? Le sconfinate lande americane. Per il resto: du palle!
Voto:
5/10
alle
3/16/2013 12:00:00 PM
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venerdì 15 marzo 2013
Vita di Pi, povero Pi
ATTENZIONE SPOILER
Life of Pi: ovvero, come sarebbe andata se l’arca di Noè…
Vincitore 2013 - Premio Oscar Miglior regia a Ang Lee
Migliore fotografia a Claudio Miranda
Migliori effetti speciali a Bill Westenhofer, Guillaume Rocheron, Erik-Jan De Boer e Donald R. Elliott
Miglior colonna sonora a Mychael Danna
USA, 2012, 127 min, avventura, drammatico, Regia e Produzione Ang Lee, Soggetto Yann Martel Sceneggiatura David Magee, Produttore Gil Netter, David Womark, Casa di produzione Rhythm & Hues, 20th Century Fox, Fotografia Claudio Miranda, Montaggio Tim Squyres, Musiche Mychael Danna, Scenografia David Gropman, Costumi Arjun Bhasin
Starring: Suraj Sharma, Irrfan Khan, Rafe Spall, Gérard Depardieu, Tabu, Adil Hussain, Ayush Tandon
Trama
Uno scrittore (coincide con lo scrittore del romanzo) in crisi viene a conoscenza di un uomo con una storia incredibile.
Si tratta dell’indiano Piscine Molitor Patel, che da giovane è sopravvissuto ad una tragedia immane.
Digressione/flashback: Pi prende il nome dalla migliore piscina pubblica di Parigi, ma è un ragazzino della zona francese dell’india e quindi tutti lo prendono per il culo a causa del nome, propinatogli da uno zio putativo, un tizio simile ad un palloncino su stecche rigide con i baffi.
Intanto Pi racconta la sua vita, da prima della sua venuta al mondo e fino al giorno dell’incontro con lo scrittore, non lesinando su sfighe varie e la sua passione per le religioni e per le domande stupide.
Il film come lo ha visto la Stronza
Non un brutto film ma non è completamente convincente, inoltre si sarebbe potuto chiamare le disavventure di Pi, L’arca di Pi, o la Versione de diluvio di Pi.
Tratto dall'omonimo romanzo di Yann Martel (non posso esprimermi, non avendolo letto), Life of Pi, eccelle dal lato tecnico risultando vincitore dei premi Oscar per Regia, Fotografia, Effetti speciali e Colonna sonora.
Il regista è Ang Lee che ha uno zoo personale per i premi essendo, con questo, vincitore di 3 Oscar, 2 Orso d’Oro e 2 Leone d’Oro, e 3 Golden Globe, Lee è stato in grado di tirare fuori il lato umano di Hulk, uno dei migliori e meno convenzionali film tratti dai fumetti Marvel, con protagonista un buon Erik Bana.
Le scene di Life of Pi sono maestose, le inquadrature perfette, i colori e la fotografia stupendi e saturi di emozioni.
Non mi dilungo invece sul cast, non particolarmente degno di nota e rasentante il dilettantismo, riguardo solo Gèrard Depardieu, ottimo come sempre, e Suraj Sharma, il giovane protagonista, capace di una buona prima prova.
Comunque a cozzare è la resa della sceneggiatura, forse sensibile a problemi di conversione dalla prosa al codice della Quinta Arte, che ha tempi e modi diversi.
Il film, nettamente troncato in tre parti - l’introduzione, il dramma e il finale - coglie l’occasione del naufragio per affrontare il tema della ricerca di Dio e di come si possa trovare una sua traccia nell'anima contenuta in ogni cosa e tenta, quindi, un approccio filosofico nel senso lato e leggero, sfruttando al meglio l’aspetto visivo e non ottimamente nel senso stretto.
L'autore della sceneggiatura detta tempi e modi lenti, inconsistenti e non in grado di sfruttare tema e trama, per la riuscita di un capolavoro, ahimè, mancato, ponendo l’accento sulle risposte e non sulle domande.
“Le ho raccontato due storie di quello che è accaduto nell'Oceano. Nessuno può dimostrare il motivo per cui affondò la nave e nessuno può dimostrare quale storia sia vera. In entrambe le storie la nave è affondata, la mia famiglia è morta ed io ho sofferto. Allora quale storia preferisce?”
“Quella con la tigre. E’ una storia migliore!”
“La ringrazio, è così anche per Dio.”
Il lungometraggio si lascia guardare piacevolmente e fa scordare le sfighe del povero Piscine dall'improbabile e non augurabile nome e si assurge la pretesa di far riflettere lo spettatore sul perché di una vita crudele in grado da far riscoprire Dio, e stona con la produzione di un colossal che distrae dal non-senso di una storia da credere per fede.
Da vedere per la bellezza delle immagini, merito soprattutto di grandi maestri della Computer Grafica quali i già vincitori di 2 Oscar, la compagnia Rhythm & Hues, che però è sull'orlo della chiusura.
Ang Lee ha diretto film migliori, questo invece è come una donna intelligente, ma con grosse tette: dice cose interessanti, ma le tette sono l'unica cosa che conta.
Voto:
7/10
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3/15/2013 05:13:00 PM
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giovedì 14 marzo 2013
Minchiate, tutte minchiate!
Vi sono mancata?
Attenzione alla risposta perché sia gli istant pol che il toto Papa hanno fallito. Cazzo… la gente mente!
Attenzione alla risposta perché sia gli istant pol che il toto Papa hanno fallito. Cazzo… la gente mente!
La domanda era semplice: per chi hai votato? Le risposte avrebbero
dovuto essere semplici.
Molti hanno detto di aver votato per chi non hanno votato, in un
ragionamento barocco, ma consapevole dello schifo hanno pensato fosse giusto
vergognarsi.
Pensandoci, se uno si vergogna, ed ha motivo per farlo per chi ha votato?
La logica del meno peggio, quella del voto utile e la logica del pane
sotto ai denti, si contrappongono sotto l’ottica del giustizialismo e danno
vita al tornado forza 4 del governo eletto, non in grado di governare.
Insomma, “me lo dica lei signora cosa dobbiamo fare” disse la deputata
all’elettrice, ma che siamo scemi?
Preferiamo un bella bugia ad una verità vera.
Il voto di scambio, ne parlano come se fosse stato debellato, ma il
voto di scambio è sempre stato una solida realtà, che neanche Roberto Carlino
può mantenere.
Neanche il Papa è esente dall’austerity sceglie il nome del Poverello
di Assisi e lui invoca la preghiera del popolo perché interceda Dio. Un gesuita
– i cattivi de Il Codice Da Vinci - dall’Argentina, paese emergente in guerra
per le Falkland, casa del cartello e grandi poeti e scrittori, ma anche del
Pibe de Oro e di qualche pube poco-peloso.
E poi penso… ai critici di Cinematografo ed in particolare a Ornellina Sgroi, la piccola e tenera, alla pronuncia inglese di
Anselma Dall’Oglio e a suo marito, Giuliano Ferrara. E poi muoio di risate e
penso all’uveite, una malattia comparsa nel dizionario degli italiani allo
stesso modo dello Spread.
A proposito, il nuovo Papa sarà come Car Carlo Pravettoni: lo Spread
sale e l’Euro s’Impenna!
Devo andare via, sto soffocando, colpa della fumata…
alle
3/14/2013 08:36:00 PM
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giovedì 7 marzo 2013
Cosmopolis, farsi la nicchia in limo
ATTENZIONE SPOILER
Cosmopolis
Starring: Robert Pattinson, Samantha Morton, Jay Baruchel, Paul Giamatti, Kevin Durand, Juliette Binoche, Sarah Gadon, Mathieu Amalric, Emily Hampshire, George Touliatos, Patricia McKenzie, Philip Nozuka
Trama
Una giornata attraverso Manhattan in limo con il multimiliardario genio dalle strane abitudini Eric Packer. Un viaggio per farsi aggiustare il taglio, ma forse non solo dei capelli. Intanto usa la limousine come ufficio e come alcova, ma non con la algida moglie, che l’amore lo fa solo con lo yogurt della poesia. Intanto lui scopre di avere la prostata asimmetrica, mentre la città è congestionata come una prostata inutilizzata causa presidente of the Usa e morte del rapper preferito dello stesso Eric. In un momento di passeggiata il giovane viene intortato, così uccide la sua guardia del corpo ma poi…
Il film come lo ha visto la Stronza
Ho sognato un mondo con moneta i ratti. Un mondo diventato in parte vero grazie ad un film.
La regia di questo singolare e cervellotico movie tipicamente Cronembergiano è ottima, ritmata da campi stretti e montaggio sequenziale, in grado di CATAPULTAre lo spettatore nelle preoccupazioni del protagonista: un geniale 28enne multimilionario esperto di altissima finanza e speculazioni. Non parlo di Oscar Giannino, Eric è meno eccentrico e veste sobrio.
Interpretato da un buon Robert Pattinson, in una performance intensa e matura, Eric, complice la faccia e l’idea data dai precedenti ruoli, tipo il vampiro sbrilluccicoso, risulta stonata con l'intensità e i temi del film.
Non è solo però, infatti, è accompagnato dal resto del cast, composto grandi attori e bei personaggi, una Binoche MILF ninfomane, esperta d’arte e "pennelli", passando dalla precog Morton e terminando con il sempre immenso Paul Giamatti, il mio preferito interprete del cast.
Tanto è un film ineccepibile dal lato tecnico ed artistico da risultare asettico ed autoreferenziale, quasi come se Cronemberg avesse posto un filtro a separazione con il pubblico. Una scelta che non premia, ma solo a mio avviso.
Una storia dalla trama semplicissima, fatta dal viaggio per arrivare ad una meta che pare banale, ma in questo caso non scontata, perché sintomatica di un’idea preesistente nel viaggiatore, un’Odissea in un giorno, tra sirene, sibille e defunti vaneggianti, per alcuni versi e molti critici richiamate l’Ulisse di Joyce.
Un film, una sega mentale abissale, potenziata dai dialoghi al limite della comprensione, il cui esempio migliore è quello del protagonista con la consulente teorica, circa il denaro e la speculazione.
Gli incontri, i personaggi e le situazioni, sono tutti espedienti utilizzati in questo caso dal talentuoso, enigmatico e poliedrico Cronemberg, è lui stesso a trattare e sceneggiare l’omonimo racconto di Paul De Lillo, per il suo Cosmopolis.
Un Cronemberg narratore, che usa la camera come una penna e mostra la violenza immateriale ed incontrollabile del caotico destino costruito per calcolo. David il canadese approda a questo dopo una serie di film sulla violenza materiale e sessuale, non totalmente assente anche ora, come History of violence e A dangerous Method (lo devo recuperare), per cui si deve accettare le imperfezioni e l’imprevedibilità della vita e neanche un genio può prevederle.
Un dramma difficile da digerire una peperonata cinematografica, di nicchia. Non solo per i principi di finanza virtuale, ma perché ribalta il mondo immanente degli spettatori e lo mostra all’opposto, donandogli un sentore di fantascientifico, pur non inserendo mai elementi materici sci-fi, di premonizione un avvertimento di Cassandra.
Bello, a basso budget e frustrante, anche perché l’immedesimazione riesce a metà causa eccessiva autorialità, considerando le tematiche e la trattazione, quasi fosse un prodotto totalmente artistico e privo dei ponti comunicativi per arrivare a tutti gli spettatori, anche se si ha la sensazione di essere davanti a un capolavoro esistenzialista da rivalutare nel tempo.
Il viaggio è iniziato e i topi si stanno moltiplicando a vista d’occhio… iniziamo bene, già stanno svalutando, manco fosse l’Euro.
P.S. quante visualizzazioni per aver citato Giannino, Pattinson e MILF nello stesso post?
Voto
8--/10
alle
3/07/2013 12:00:00 PM
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mercoledì 6 marzo 2013
Un fiasco Total... recall
ATTENZIONE SPOILER
Total Recall
Volevo dirvi che...Il film ha ricevuto una nomination alla Peggior attrice protagonista: Jessica Biel durante l'edizione dei Razzie Awards 2012
USA, Canada, 2012,130 min, avventura, azione, fantascienza, Regia Len Wiseman, Soggetto Philip K. Dick, Ronald Shusett, Kurt Wimmer, Jon Povill, Sceneggiatura Kurt Wimmer, Mark Bomback, Produttore Neal H. Moritz, Toby Jaffe, Produttore esecutivo Len Wiseman, Ric Kidney, Fotografia Paul Cameron, Montaggio Christian Wagner, Effetti speciali Double Negative Visual Effects, Legacy Effects, Baseblack, Centroid Motion Capture, Lip Sync Post, Moving Picture Company, Patrick Tatopoulos Design, The Senate Visual Effects, The Third Floor, Musiche Harry Gregson-Williams, Scenografia Patrick Tatopoulos
Starring: Colin Farrell, Jessica Biel, Kate Beckinsale, Bryan Cranston, Bill Nighy,John Cho, Steve Byers, Bokeem Woodbine, Dylan Smith
Trama
In un mondo post apocalittico solo 2 zone sono vivibili: l'Unione Federale di Britannia e la Colonia. Douglas Quaid, operaio in una fabbrica di robot-poliziotti, sposato ma la vita non va come dovrebbe e forse non tutto è come ricorda lui. Esistono delle procedure, per vivere brevi momenti, vite alternative. Durante l'ultimo viggio qualcosa va storto e Quaid si trova ad essere ricercato dalla polizia, comandata dal Cancelliere Cohaagen, incontra una ragazza e inisieme iniziano a cercare la verità e la libertà, taratatataratà.
Il film come lo ha visto la Stronza
Una battaglia vedere questo film, mi ha fatta appisolare ogni volta in cui cercavo l'approccio.
Alla fine è risultato l’esempio di come sia meglio, se non si ha padronanza, amore incondizionato e conoscenza profonda dei cult anni ‘80-’90, di non riproporre con occhi del duemila e passa, film che trovano il proprio habitat in quegli anni, non in questi.
Infatti questo non è un semplice reboot, ma è il remake dell'omonimo film del '90 Atto di forza. Entrambi sono ispirati dal racconto breve di Philip Dick: Ricordiamo per voi.
Il regista, invece è lo stesso di Underworld e Underworld: Evolution e Die Hard - Vivere o morire, Len Wiseman, non un fiasco totale nella direzione, i problemi di questo film sono altri e più pesanti, tra i principali l'eredità del primo film e lo stesso racconto di Dick.
Ricordo con piacere la versione originale, una vera americanata spaccona, auto ironica e spassosa, piena di vera azione e Premio Oscar per i Migliori effetti speciali nel 1991, ma in grado, contemporaneamente, di far riflettere sulle potenzialità e le conseguenze di manipolare la memoria ed i ricordi e i disastri delle dittature economiche.
Per l'originale film era stato previsto un seguito:Rapporto di minoranza, in cui Quaid, portati alcuni mutanti, da Marte sulla Terra, con facoltà precognitive sarebbero stati in grado di prevedere i crimini. Il soggetto rimaneggiato divenne la base per Minority Report e i PreCogs presero il posto dei marziani.
Allora Arnold Schwarzenegger, pur dalle scarsi doti attoriali era dotato di una presenza scenica sicura. Oggi Colin Farrell è un valevole e valente attore, ma senza fisique du role.
Nel febbraio 2009 il produttore Neal H. Moritz in associazione con la Original Films riprese l'idea di realizzare un remake e in seguito, nel gennaio 2012, diffuse la sinossi ufficiale del remake, fedele al film originale ma senza i viaggi su Marte e forse anche questo tentare un approccio più realistico e meno fantascientifico ha fatto indebolire la lenza della storia.
Farrell è sempre bravo, la Backinsale buona e bona e tra i due hanno piazzato in mezzo la Biel in grado di neutralizzare le prove attoriali di qualsiasi altro attore, nel complesso il terzetto non regge il confronto con il magico trio cult Schwarzenegger-Ticotin-Stone
Jessica Biel è imbarazzante e neanche tanto bella. Fatela tornare a Settimo Cielo!Bella la regia da action movie, con buone inquadrature e zoomate repentine sui primi piani, ottimi gli effetti speciali iper realistici, la color correction è un po’ spinta e rende fumoso tutto il film, OK i costumi ed il trucco.
Però c’è qualcosa che stride e mi ha portata ad una visione dilazionata lunghissima e combattuta.
Non regge il confronto, neanche la donna tritettata va bene e non mi sento di consigliarlo, soprattutto agli amanti del genere, ma se si ha del tempo da ammazzare...
Voto
6,5/10
alle
3/06/2013 12:00:00 PM
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Unknown
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