ATTENZIONE SPOILER
Cosmopolis
Starring: Robert Pattinson, Samantha Morton, Jay Baruchel, Paul Giamatti, Kevin Durand, Juliette Binoche, Sarah Gadon, Mathieu Amalric, Emily Hampshire, George Touliatos, Patricia McKenzie, Philip Nozuka
Trama
Una giornata attraverso Manhattan in limo con il multimiliardario genio dalle strane abitudini Eric Packer. Un viaggio per farsi aggiustare il taglio, ma forse non solo dei capelli. Intanto usa la limousine come ufficio e come alcova, ma non con la algida moglie, che l’amore lo fa solo con lo yogurt della poesia. Intanto lui scopre di avere la prostata asimmetrica, mentre la città è congestionata come una prostata inutilizzata causa presidente of the Usa e morte del rapper preferito dello stesso Eric. In un momento di passeggiata il giovane viene intortato, così uccide la sua guardia del corpo ma poi…
Il film come lo ha visto la Stronza
Ho sognato un mondo con moneta i ratti. Un mondo diventato in parte vero grazie ad un film.
La regia di questo singolare e cervellotico movie tipicamente Cronembergiano è ottima, ritmata da campi stretti e montaggio sequenziale, in grado di CATAPULTAre lo spettatore nelle preoccupazioni del protagonista: un geniale 28enne multimilionario esperto di altissima finanza e speculazioni. Non parlo di Oscar Giannino, Eric è meno eccentrico e veste sobrio.
Interpretato da un buon Robert Pattinson, in una performance intensa e matura, Eric, complice la faccia e l’idea data dai precedenti ruoli, tipo il vampiro sbrilluccicoso, risulta stonata con l'intensità e i temi del film.
Non è solo però, infatti, è accompagnato dal resto del cast, composto grandi attori e bei personaggi, una Binoche MILF ninfomane, esperta d’arte e "pennelli", passando dalla precog Morton e terminando con il sempre immenso Paul Giamatti, il mio preferito interprete del cast.
Tanto è un film ineccepibile dal lato tecnico ed artistico da risultare asettico ed autoreferenziale, quasi come se Cronemberg avesse posto un filtro a separazione con il pubblico. Una scelta che non premia, ma solo a mio avviso.
Una storia dalla trama semplicissima, fatta dal viaggio per arrivare ad una meta che pare banale, ma in questo caso non scontata, perché sintomatica di un’idea preesistente nel viaggiatore, un’Odissea in un giorno, tra sirene, sibille e defunti vaneggianti, per alcuni versi e molti critici richiamate l’Ulisse di Joyce.
Un film, una sega mentale abissale, potenziata dai dialoghi al limite della comprensione, il cui esempio migliore è quello del protagonista con la consulente teorica, circa il denaro e la speculazione.
Gli incontri, i personaggi e le situazioni, sono tutti espedienti utilizzati in questo caso dal talentuoso, enigmatico e poliedrico Cronemberg, è lui stesso a trattare e sceneggiare l’omonimo racconto di Paul De Lillo, per il suo Cosmopolis.
Un Cronemberg narratore, che usa la camera come una penna e mostra la violenza immateriale ed incontrollabile del caotico destino costruito per calcolo. David il canadese approda a questo dopo una serie di film sulla violenza materiale e sessuale, non totalmente assente anche ora, come History of violence e A dangerous Method (lo devo recuperare), per cui si deve accettare le imperfezioni e l’imprevedibilità della vita e neanche un genio può prevederle.
Un dramma difficile da digerire una peperonata cinematografica, di nicchia. Non solo per i principi di finanza virtuale, ma perché ribalta il mondo immanente degli spettatori e lo mostra all’opposto, donandogli un sentore di fantascientifico, pur non inserendo mai elementi materici sci-fi, di premonizione un avvertimento di Cassandra.
Bello, a basso budget e frustrante, anche perché l’immedesimazione riesce a metà causa eccessiva autorialità, considerando le tematiche e la trattazione, quasi fosse un prodotto totalmente artistico e privo dei ponti comunicativi per arrivare a tutti gli spettatori, anche se si ha la sensazione di essere davanti a un capolavoro esistenzialista da rivalutare nel tempo.
Il viaggio è iniziato e i topi si stanno moltiplicando a vista d’occhio… iniziamo bene, già stanno svalutando, manco fosse l’Euro.
P.S. quante visualizzazioni per aver citato Giannino, Pattinson e MILF nello stesso post?
Voto
8--/10
L'ho visto al cinema tempo fa, uscendo dalla sala di molto inferocito con Cronenberg. Lo perdono comunque ma non mi deve più combinare film così. Niente contro i film verbosi, a patto che quello che vi viene detto sia di un qualche interesse :D
RispondiEliminaIl dialogo con la consulente di teoria era un capolavoro della sciocchezza. I casi sono due: o quelle sciocchezze per porzioni importanti del pubblico sono alta riflessione, oppure lo sono per i ricchi che pagano le consulenti di teoria per sentirle. Ma sempre sciocchezze rimangono. E anche il dialogo conclusivo con lo schizzato è su quel livello.
Gli altri dialoghi era riedizioni in tono minore dello stesso stampo: seghe mentali che forse hanno fatto sentire molto intelligenti gli attori -_-
Che veemenza! Ti ha proprio colpito a livello personale! ;) Rispetto il tuo punto di vista! Ed hai ragione sul fatto che molti dialoghi siano per lo più segoni mentali!
EliminaSì, scusami, quel film mi ha mandato in bestia :( sarà il mio retaggio da scienziato sociale, ma certe stupidaggini non posso sentirle più...
Eliminacapolavoro no, però un film piuttosto interessante.
RispondiEliminaavevo letto prima il romanzo di de lillo, che non mi era piaciuto per niente, e invece cronenberg è riuscito a tirare fuori le intuizioni più interessanti del libro e a farle sue. in maniera riuscita, o quasi.
Infatti non è per niente un capolavoro, ma un capolavoro mancato. Il libro non l'ho letto e a questo punto, se non me lo consigli, preferisco evitarlo :)
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