Ora finalmente ti rinfrescherai, bevendo vodka ed acqua tonica
Addio a Franco Califano, il Maestro, il Califfo, artista completo e controverso, anzi controsenso....
Diventai grande
in un tempo piccolo
Mi buttai dal letto per sentirmi libero
Mi truccai il viso come un pagliaccio
E bevvi vodka con tanto ghiaccio
Scesi nella strada mi mischiai nel traffico
Rotolai in salita come fossi magico
E toccai la terra rimanendo in bilico
Mi feci albero per oscillare
Trasformai lo sguardo per mirare altrove
E provai a sbagliare per sentirmi errore
Dipinsi l'anima su tela anonima
E mescolai la vodka con acqua tonica
E pranzai tardi all'ora della cena
E mi rivolsi al libro come una persona
Guardai le tele con aria ironica
E mi giocai i ricordi provando il rischio
Poi di rinascere sotto le stelle
Dimenticai di colpo un passato folle
In un tempo piccolo
Ingannai il dolore con del vino rosso
E multai il mio cuore per qualunque eccesso
Mi addormentai con un vecchi disco
Raccontai una vita che non riferisco
Raccolsi il mondo in un pasto misto
Dipinsi l'anima su tela anonima
E mescolai la vodka con acqua tonica
E pranzai tardi all'ora della cena
E mi rivolsi al libro come una persona
Guardai le tele con aria ironica
E mi giocai i ricordi provando il rischio
Poi di rinascere sotto le stelle
Dimenticai di colpo un passato folle
In un tempo piccolo
E mi giocai i ricordi provando il rischio
Poi di rinascere sotto le stelle
Dimenticai di colpo un passato folle
In un tempo piccolo
Bello e vero anche questo omaggio ... un paio di settimane fa, un giovane cantautore che ho incontrato in una osteria, mi ha cantato al piano questa canzone insieme ad altre di Piero Ciampi, Tenco, Capossela ... per dire, che, nel bene e nel male, anche er califfo è entrato, nella storia della nostra musica.
RispondiElimina:) lo ho conosciuto di persona, facendo la cameriera. L'ho servito tutte e due le volte che è stato a Otranto e sapeva essere un gran signore ed un personaggio.
RispondiEliminaDi male nelle sue produzioni non ho visto nulla, a dispetto dell'immagine rude aveva una poeticità unica, i testi scritti ad altri (Mina e Mia Martini, ma anche altri), le musiche e le poesie cozzavano con la sua immagine di rude amatore latino, un personaggio ed un uomo, un cantautore ed un interprete di se stesso, meno pop di quello che sembrava.
Un altro pezzo della mia adolescenza che se ne va.
RispondiEliminaMa tocca a tutti.
C'è poco da fare.
Il fatto che tocchi a tutti non è gran che consolatorio... certo che ultimamente se l'era tirata addosso. Mi spiace comunque.
EliminaRimarrà per sempre il ricordo, per fortuna e le opera, basti pesare: chi non ha mai cantato TUTTO IL RESTO E' NOIA!
No, non è consolatorio.
EliminaMa va accettato.
Ne ho viste un po', negli ultimi tempi, intorno a me, e la cosa più complicata è sempre e solo quella: accettare che la morte sia un evento ineluttabile, naturale e – in molti casi – anche pietoso.
A complicare le cose, specie nel mondo occidentale, c'è anche la crisi delle religioni monoteiste, che conferisce ulteriormente una connotazione di Fine Definitiva alla morte, vista sempre meno come momento di passaggio tra, semplificando all'estremo, un qualcosa e un qualcos'altro.
probabilmente l'utilità di credere in qualcosa che trascenda la morte è fine a se stesso. Un po' fa comodo, aiuta ad andare avanti, però si deve credere per fede e la fede non è da tutti.
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