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benvenuti a casa della stronza

Questa è la casa della Stronza Jenny, una dimora in cui vigono regole tutte strane e che potreste non accettare, ma a me che me ne fotte?

giovedì 17 maggio 2012

Mostra "I miei porci comodi", del Dicillo non butterei via nulla

La seguente recensione è tratta dal giornale web OtrantoOggi.it, testata per cui scrivo.
Anche se la mostra è ormai chiusa, è finita il 16 maggio con una sera oltre la programmazione per il successo di pubblico, merita di essere pubblicata anche in questa sede.
Cinica si, ma sono anche una tipa positiva e propositiva, quindi se viene allestita una mostra di Dicillo nel vostro paese o nei pressi, vi propongo di andare a vederla.
"Porco mondo" Ph. Jenny De Cicco

"Una mostra vi seppellirà.
Veritiera, irriverente e comica, questi i tre aggettivi per descrivere la mostra d’arte di Carlo Di Cillo presso la galleria Capece, dal 9 al 15 maggio 2012 “I miei porci comodi”.
I porci comodi Dicillo se li fa davvero: mettendosi comodo sul divano osserva il mondo nuovo della società e dei modi italici di dire e di fare, e con occhio attento osserva per riportare su supporti vari e a tinte pop e kitsch, come il rosa shocking, i suoi porci.
Del maiale non si butta via niente, neanche i modi di dire che rielaborati in concetti grafici da Carlo, vengono ricontestualizzati e assumono nuovi significati grazie all’arma del pennello.
Satira e irriverenza come tramite nell’utilizzare l’animale cibo dei poveri e così darlo in pasto alla società moderna informata di tutto.
Presenti oltre i modi di dire “Porco boia” e “Porca zozza”, anche personaggi che potrebbero essere presi da una satira romana, come il riferimento alla “Camera dei Deputati”, per Carlo è la “Camera dei Depurati” e non poteva mancare il “Bunga Bunga Italiano”.
Carlo spiega, ma non essendo didascalico, affascina l’avventore-osservatore, che in questo modo sarà catturato dal simpatico mondo di questi particolari maialetti, in cui potrebbe ritrovare un po’ di sé stesso e della vita che lo circonda, facendo ridere, sorridere e poi riflettere.
Perché i maiali di Carlo Dicillo si stanno preparando a portare una rivoluzione nel mondo umano, nella fattoria di George Orwell: «Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri», proprio come quelli di Carlo Dicillo."

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